Anche se gran parte delle ricerche sul Deficit dell'attenzione/iperattività (ADHD) si sono basate sui fattori neuropsicologici, neuroanatomici, neurochimici e sulle basi genetiche, siamo ancora lontani dal comprendere appieno la sua eziologia. Data l'impossibilità di spiegare l'ADHD, su basi esclusivamente genetiche, si è intensificato l'interesse per l'influenza dei fattori ambientali, compresa l'esposizione a contaminanti chimici. Ad oggi, la maggior parte degli studi su questo argomento si concentra solo su due agenti inquinanti, il piombo e i PCB, anche se sta iniziando ad essere considerata la potenziale incidenza di altri prodotti chimici. La nostra speranza è quella che l'evidenza tra le analogie tra gli effetti neurocomportamentali di questi contaminanti e i deficit riscontrati nei bambini con ADHD motiverà ulteriormente la nostra ricerca sull'influenza delle esposizioni chimiche ambientali sul Disturbo dell'attenzione/iperattività.
È necessaria una migliore comprensione del loro ruolo sull'ADHD e sugli altri disturbi neurologici dello sviluppo, e questa conoscenza potrebbe essere utile nella ricerca di altri agenti ambientali tra cui i ritardanti di fiamma bromurati, il bisfenolo A, gli ftalati, i pesticidi organofosfati e i prodotti chimici perfluorinati, che recenti ricerche hanno indicato come possibili fattori associabili ai Disturbi di attenzione/iperattività.
È necessaria una migliore comprensione del loro ruolo sull'ADHD e sugli altri disturbi neurologici dello sviluppo, e questa conoscenza potrebbe essere utile nella ricerca di altri agenti ambientali tra cui i ritardanti di fiamma bromurati, il bisfenolo A, gli ftalati, i pesticidi organofosfati e i prodotti chimici perfluorinati, che recenti ricerche hanno indicato come possibili fattori associabili ai Disturbi di attenzione/iperattività.
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