Gli effetti a lungo termine dovuti all’accumulo progressivo di questi veleni, veleni estranei all’organismo umano e sconosciuti allo stesso perché molecole chimiche di sintesi artificiali, sono di quattro tipi: cancerogeno (provocano tumori di decine di tipi), teratogeni (provocano modificazioni mostruose del feto), mutageni (creano tare ereditarie trasmesse nelle generazioni), interferenti endocrini (provocano sterilità sia maschile che femminile, alterazioni del sistema nervoso centrale come il Parkinson, iperattività nei bambini, deficienze mentali, depressione, etc).
Non vogliamo aspettare 50 anni per mettere al bando determinate sostanze pericolose come è successo per il famigerato DDT o per l’amianto.
Le preoccupazioni principali comunicate dai cittadini riguardano soprattutto genitori con bambini piccoli. A tal riguardo, recenti studi hanno evidenziato che, rispetto ad un adulto di 60 kg, le stesse dosi di veleni hanno una incidenza doppia su un ragazzo di 40 kg e addirittura quadrupla su un bambino di 20 kg. In conclusione: è ora, prima che la situazione diventi irreversibile, di mettere in atto le azioni opportune per ridurre al minimo l’uso di veleni in agricoltura, adeguandosi a quanto prescritto dalla recente normativa europea che prevede di incentivare l’agricoltura biologica e di seguire costantemente il principio di precauzione.
Fonte: La Scienza Verde
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