Se la vita ci è resa difficile da questa assurda malattia, noi non ci arrendiamo!
"Short-term profits can short-change our future...The cost of ignoring the chemical effects on human health is quietly but steadily growing ever higher, creating a dangerous risk to the very underpinnings of society" Cindy Duering
"Scopo e compito della scienza (episthmh) è lo scoprire qualcosa che non è stato ancora scoperto e il cui esser scoperto sia preferibile al restare ignoto". Ippocrate

venerdì 29 luglio 2011

È sicuro il cartone per alimenti?


Secondo il professore Koni Grob, chimico dell’Official Food Control di Zurigo il cartone riciclato usato per il packaging potrebbe essere potenzialmente pericoloso a causa dei residui di inchiostro. La ricerca è stata pubblicata su Packaging technology and science e sottolinea come il riciclo del cartone usato per l’imballaggio secondario, ossia che non viene in contatto diretto con i cibi, possa essere contaminato da inchiostri derivati dal petrolio, cioè  da oli minerali che, se assorbiti in grosse quantità, possono favorire infiammazioni e cancro.
Grob ha analizzato le confezioni di 120 prodotti in vendita in Germania che avevano date di scadenza lunghe anche 2 anni. Solo 30 imballaggi non avevano presenza di inchiostri. Spiega Il Fatto alimentare che riporta lo studio:
La cosa sorprendente è che la contaminazione da oli sembra avvenire anche quando l’alimento è a contatto diretto con una confezione “primaria” di cartone non riciclato, se questa è stata stivata in scatoloni più grandi di cartone ondulato riciclato. Come a dire: gli oli minerali sono pericolosi anche quando non a diretto contatto con il cibo, ma riescono a “passare” addirittura la barriera del cartone non riciclato.
Una possibile soluzione consiste nel pre-selezionare il cartone destinato all’industria alimentare che deve essere il più pulito possibile e non contaminarlo con carta stampata tipo volantini o brochure. Di fatto però le contaminazioni con gli inchiostri possono continuare a sussistere tanto che un’azienda bio come la Jordans ha smesso di usarli. Allora perché non concentrarsi nella ricerca di stabili inchiostri bio?

Fonte: eco blog
Foto: terninrete

Pubblicato il Consenso Internazionale per l'Encefalomielite Mialgica

Il 20 luglio sul Journal of Internal Medicine. Il gruppo degli autori, guidato da Bruce M. Carruthers, MD, CM, FRCP (C) e Marjorie I van de Sande, ne comprende 25, provenienti da AustraliaBruxelles, Canada, Cile, Corea, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti. A sostegno delle loro raccomandazioni, gli autori fanno riferimento a 123 pubblicazioni. 

"L'obiettivo primario di questo consenso è quello di stabilire criteri clinici più selettivi per identificare i pazienti con esaurimento neuroimmune ed una soglia patologica di affaticamento con riacutizzazione dei sintomi in risposta a sforzo. Ciò consentirà di diagnosticare e arruolare i pazienti per ricerche internazionali con una definizione di caso valida per medici e ricercatori di tutto il mondo".

martedì 26 luglio 2011

Sostanze tossiche negli alimenti


Piombo nel pane e arsenico nel caffè? Se non si è grandi consumatori, non c'è pericolo...
L'ANSES (agenzia francese per la sicurezza alimentare) ha pubblicato il rapporto sulle sostanze chimiche trovate negli alimenti. Se il livello di esposizione a tali sostanze è alto, l'agenzia  raccomanda di moderare il consumo di alcuni alimenti.
Mangiare di tutto ma in quantità limitate: questo è il consiglio più che mai attuale.
L'Anses si è dedicata per 4 anni ad un'accurata indagine per misurare il rischio a lungo termine da esposizione a sostanze chimiche contenute negli alimenti, nonchè il loro valore nutrizionale.
 Sono stati analizzati ben 20.000 prodotti, preparati così come vengono consumati, ed è stato valutato il rischio tossicologico di  361 sostanze. Si tratta di "uno degli studi più ricco e completo che sia  mai stato condotto a livello mondiale", ha dichiarato l'Anses.
Per l'85% delle sostanze, "il rischio per la popolazione può essere considerato eslusivamente in base al consumo" e il livello di esposizione rimane, in generale, al di sotto delle soglie tossicologiche.
Questo è il caso dei contaminanti inorganici (non necessari al funzionamento dell'organismo, a differenza dei metalli) come il bario, il cobalto, il nikel, alcuni inquinanti organici persistenti come il PFOA delle pentole antiaderenti, alcune micotossine, la maggior parte dei 254 residui di pesticidi valutati... Tuttavia, l'agenzia ritiene che bisogna "incrementare gli sforzi per ridurre il livello dei contaminanti negli alimenti", 
 Grandi bevitori di vino, attenti! 
Per una dozzina di sostanze o gruppi di sostanze, però, il rischio di superare le soglie tossicologiche "non può essere escluso". Ci può essere un prodotto "con un livello di contaminazione non necessariamente elevato ma consumato in quantità elevate", come il pane, contenente cadmio, piombo, micotossine, la pasta (alluminio), il caffè (rame, arsenico inorganico, acrilamide), il latte dei neonati (piombo, arsenico inorganico)... L'Anses rileva un aumento del 400% del cadmio ingerito rispetto ad uno studio simile, ma su scala molto inferiore, pubblicato nel 2006. Sin troppe micotossine e acrilammide nelle patatine fritte e troppo solfito nel vino mettono a rischio i grandi consumatori." Lo studio evidenzia alcuni rischi a lungo termine per gli adolescenti, quando la loro alimentazione è basata su un consumo eccessivo di cereali (compresa la pasta) e patatine fritte", ha affermato, a questo proposito, il direttore dell'Anses, Marc Mortureux.
Tra gli inquinanti organici persistenti, le diossine ed i PCB sono nell'86% dei prodotti testati; anche se l'esposizione della popolazione è notevolmente ridotta in cinque anni, alcuni consumatori restano molto esposti. Per le diossine ed il PCB nel pesce grasso ed il mercurio organico nel tonno, dobbiamo rispettare le raccomandazioni per il consumo di pesce: due volte a settimana, variando la specie e la provenienza, e limitando il consumo di alcuni di essi. Si dovrebbero "ridurre i livelli di questi contaminanti nei prodotti alimentari principali", attraverso regolamenti e controlli del settore, ha confermato l'Anses.

Dal punto di vista nutrizionale, c'è il rischio di un'eccessiva assunzione di sodio per gli amanti di pane ed insaccati, e l'inadeguata assunzione di calcio, magnesio, ferro e selenio per una parte della popolazione. L'apporto di ferro è inferiore al 74% del fabbisogno in alcuni bambini. 
I limiti dello studio, secondo l'Anses, sono che non vengono considerate le concomitanti esposizioni a diversi inquinanti anche di natura non alimentare.

"Non è importante distinguere alimenti buoni o cattivi", ha detto Marc Mortureux. 
Dominique Gombert, direttore della valutazione dei rischi, sostiene che "una dieta equilibrata e diversificata" mette al riparo dalle esposizioni.
 Un consiglio facile da seguire, dunque, per limitare i rischi.
Fonte: TF1 News

lunedì 25 luglio 2011

Repellenti antizanzara: sono un pericolo per il sistema nervoso!


Uno studio, pubblicato sulla rivista BioMed Central Biology, ha scoperto che  la  dietiltoluamide (DEET) può  agire direttamente sul sistema nervoso.

"Abbiamo riscontrato che la DEET inibisce l'attività di un enzima chiave del sistema nervoso centrale, l'acetilcolinesterasi, sia di insetti che di  mammiferi", hanno affermato i ricercatori. Negli esperimenti effettuati su scarafaggi e ratti, i ricercatori hanno trovato che la DEET blocca l'azione dell'enzima acetilcolinesterasi con conseguenze neurologiche. Questo è lo stesso meccanismo che provoca gli effetti tossici del carbammato e dei pesticidi organofosfati, come  quelli delle armi chimiche come il sarin ed il gas nervino VX. Ciò può significare che i repellenti e gli insetticidi contenenti DEET  possono effettivamente danneggiare il sistema nervoso umano. Ci sono anche le prove di forti implicazioni sugli effetti  per la salute  dell'esposizione prolungata, anche a basse dosi, di questi pesticidi pericolosi. Precedenti studi hanno ricercato il legame tra la DEET e le convulsioni nei bambini, ma questo studio è il primo a scoprire come questa sostanza chimica agisca direttamente sul sistema nervoso. I ricercatori hanno anche scoperto che gli effetti della DEET sono aumentati quando è stata usata in combinazione con gli organofosfati ed i carbammati (repellenti e insetticidi). Bahie Abou-Donia del Duke University Medical Center ha detto che le nuove scoperte sono in linea con le precedenti ricerche sui rischi della  DEET."DEET è una sostanza chimica efficace per la protezione contro gli insetti," ha affermato Abou-Donia. "Ma i risultati dimostrano che un'esposizione prolungata provoca danni neurologici, se questa è concomitante alla presenza  di altre sostanze chimiche e all'uso di  farmaci". 

I ricercatori suggeriscono alle donne incinta e ai bambini sotto i sei anni di evitare l'uso di repellenti contenenti DEET.

L'Environmental Protection Agency (USA) ha previsto una revisione della sicurezza della DEET per il 2012.

Abou-Donia è andato oltre, chiedendo di predisporre per tali prodotti  delle etichette di avvertimento sui potenziali danni neurologici.


Claudio Venturelli esperto di Entomologia Urbana e Sanitaria del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena consiglia:  “Non fare mix di più sostanze e non usare repellenti e insetticidi insieme; poi acquistare il repellente giusto leggendo l’etichetta e tenendo conto che l’Accademia Americana di Pediatria raccomanda l’uso di repellente a concentrazione minima di Deet (7%) su bambini sotto i 12 anni. Poi non dobbiamo farci ingannare da diciture come ‘tutto naturale’, anche questi repellenti potrebbero contenere DEET“. 
Foto: benessereblog

venerdì 22 luglio 2011

UE: stop ai giocattoli fatti con sostanze tossiche


I bambini europei, troppo spesso vittime inconsapevoli di giocattoli difettosi e pericolosi, da oggi saranno più al sicuro grazie all'entrata in vigore delle nuove norme UE per i giocattoli che "soddisfano gli standard di sicurezza più elevati del mondo". Il nuovo quadro giuridico sostituirà la vecchia e datata direttiva del 1988 sulla sicurezza dei giocattoli.
Niente più sostanze cancerogene, mutagene o tossiche. Banditi gli ftalati, le bambole realizzate con vernici infiammabili, i fasciatoi e i seggioloni non sufficientemente stabili, le parti e i frammenti di giocattoli che possono essere ingeriti dai bambini, compresi giochini e giochetti mescolati con il cibo senza un involucro protettivo adeguato. 
"La sicurezza per i nostri figli è la nostra priorità. Abbiamo le migliori leggi al mondo in materia di giocattoli e i più elevati standard di sicurezza. Ma inasprire le regole non basta: è necessario che gli Stati membri assicurino una maggiore sorveglianza del mercato, scoraggiando gli operatori del mercato fraudolenti" spiega il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l'industria e l'imprenditoria.
La Commissione europea ha stilato anche una guida con consigli su come proteggere i propri figli dai rischi legati ai giocattoli. 
Fonte: greenme

martedì 19 luglio 2011

URGENTE: OCCORRE CHE GLI ESPERTI INTERVENGANO!


URGENTEMENTE
OCCORRE CHE GLI ESPERTI ESPRIMINO UN PARERE SULLA PERICOLOSITÀ  DELLE MISCELE CHIMICHE ANCHE A  "BASSE CONCENTRAZIONI"
Infatti la Commissione Europea ha espresso un parere preliminare che SOTTOVALUTA la pericolità delle basse concentrazioni

N.B. i pareri devono essere espressi su questo sito 


e saranno presi in considerazione se saranno conformi al regolamento interno.
C'È TEMPO SINO AL 9 SETTEMBRE

lunedì 18 luglio 2011

La qualità dell'aria negli ambienti di lavoro

... è un fattore importante per la salute e la sicurezza, dal momento che i lavoratori vi trascorrono gran parte della propria vita.
L’aria degli ambienti confinati può infatti contenere composti chimici che possono essere cancerogeni e tossici.
Ad esempio i Voc, (composti organici volatili), il più noto dei quali è la formaldeide contenuta nelle colle, che sono causa di una vasta gamma di effetti che vanno dal disagio sensoriale fino a gravi alterazioni dello stato di salute. Senza contare le semplici esalazioni di detersivi, spray  o il fumo di sigaretta.
L’aria inoltre può contenere anche dannose nanoparticelle, come quelle derivanti dai toner


Partendo dall'osservazione e dall'analisi di dati  di epidemilogia molecolare, dati sperimentali  in vivo e in vitro, vi è una chiara evidenza  (ipotesi da verificare con ulteriori studi sperimentali)  che negli uffici si creerebbe una interazione tra ozono, vocs  (stirene, toluene, formaldeide) e PM 1- 2.5, che, in maniera sinergica  con la produzione di  sostanze reattive secondarie,  determinano un alto potenziale ossidativo.
Tale potenziale ossidativo reagisce con i materiali presenti nell’ambiente (rivestimenti delle pareti, legno dei mobili, materiale cartaceo, plastica) accelerandone la degradazione (ingiallimento del materiale cartaceo degli archivi) con ulteriore emissione di vocs  secondari ancora più reattivi.

Fonti: puntosicuro
inail
Foto: comefaretutto

mercoledì 13 luglio 2011

Stato di New York: verdetto favorevole per insegnante malata di MCS

La Corte d'Appello dello Stato di New York ha giudicato illeggittimo il licenziamento di un'insegnante malata  di MCS che non si presentava a lavoro perchè l'ambiente di lavoro non era consono alla sua condizione di disabilità.
Uno pneumologo aveva provato che la malattia di Denise Frisino, un'insegnante di scuola media di Seattle, era dovuta alle condizioni lavorative (presenza nell'edificio scolastico di muffa, polvere ed altre sostanze irritanti). Una perizia indipendente, accertata la diagnosi di sensibilità chimica multipla, aveva prescritto che le fosse assegnato uno spazio di lavoro fornito di buona ventilazione  e con la totale assenza di sostanze chimiche aventi odori forti  in modo che potesse tornare a lavorare. 

I datori di lavoro, negli U.S., sono tenuti a sistemare in maniera consona un dipendente disabile, a meno che ciò non comporti un onere eccessivo (ADA).

Ma la scuola di Denise non aveva seguito le raccomandazioni dei medici e, perdipiù, aveva licenziato l'insegnante per il suo mancato rientro al lavoro. 
Allora la lavoratrice ha intentato causa alla scuola  per non averle fornito un idoneo ambiente di lavoro, per averla discriminata, per averla licenziata come atto di ritorsione e per averla sottoposta a stress emotivo. 

La corte d'Appello, ribaltando il primo giudizio sommario, ha giudicato illeggittimo il licenziamento.


Fonte: AMERICAN CHRONICLE

martedì 12 luglio 2011

Toxic: occorre un coproduttore per questo film sull'MCS


Giancarlo, 55 anni, dopo aver tentato a lungo, senza successo, di far riconoscere la propria patologia, per lui invalidante, la Mcs, sensibilità chimica multipla, in Italia considerata da molti ancora una malattia fantasma, entra nell'ufficio del suo medico e si uccide. È la drammatica storia che apre Toxic di Francesca Romana Del Sette, il primo documentario italiano sui 'malati ambientali'. Il film, che non è una fiction, procede attraverso le testimonianze di dottori e  malati come Stefano, ex tecnico addetto alle riparazioni delle  stampanti, che non può più lavorare, o Donatella, che non può avere figli, racconta le difficoltà quotidiane di chi ha visto la propria esistenza sconvolta da una sindrome immuno-tossica infiammatoria causata dall'impossibilità di tollerare ambienti o sostanze chimiche contenute in prodotti come saponi, detersivi, tessuti stampati, inchiostri, profumi, tendaggi, benzine, colle. Una malattia della modernità, che, secondo lo studio Heuser compiuto nel 1998, colpisce tra l'1,5 e il 3% della popolazione, causa di varie patologie che possono diventare disabilitanti attraverso una lunga serie di sintomi, tra i quali: eruzioni cutanee, amnesia, emicrania, difficoltà digestive anche gravi, multiple intolleranze ai cibi, nausea, dolori alle articolazioni, vertigini, vomito diarrea, ecc, stato di affaticamento cronico. È una sindrome da cui "si può migliorare, ma non si torna più alla vita di prima" ha spiegato Giulia, 42 anni, affetta dalla malattia da quando ne aveva 31.  
"Io e la produttrice Veronica Mona - spiega la regista, già autrice, fra gli altri, del documentario Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani, presentato a Venezia nel 2007 - spinte dalle nostre rispettive gravidanze, volevamo raccontare inizialmente come vivere con una maggiore coscienza ecologica l'essere madri. Durante le ricerche abbiamo scoperto per caso la Mcs e non abbiamo potuto fare a meno di raccontare il dramma di chi ne è colpito".
L'ostacolo maggiore che vivono i pazienti nel nostro Paese, come si spiega nel documentario, è quello di non essere riconosciuti come malati(solo alcune regioni provvedono a sovvenzionare le cure fatte all'estero, le uniche che sin'ora hanno dato risultati). Fra i paradossi raccontati da Toxic, "quello di Bologna, dove l'ambulatorio per la cura della Mcs è guidato da un dottore (intervistato nel film) che la considera una patologia psicosomatica, e non la riconosce come vera e propria malattia" dice Francesca del Sette. Giulia racconta: "A me a Bologna per un anno e mezzo hanno fatto solo test psichiatrici, mi ero aggravata, non riuscivo più a parlare e camminare. Poi, per fortuna, la Regione mi ha mandato a curare negli Stati Uniti (fra gli altri Paesi dove la malattia è riconosciuta e curata ci sono anche Germania, Gran Bretagna, Austria, Canada, Svezia, Giappone) e in 3 mesi sono guarita del 50-70%". La regista, in cerca attualmente di una distribuzione per il film, ha spiegato di avere voluto soprattutto mettere in evidenza come "al di là dell'informazione che riceviamo, c'è un'altra realtà che non ci viene raccontata, per una serie di interessi, ma che dovremmo conoscere per il nostro bene e soprattutto per quello dei nostri figli".


Fonte: aam Terra Nuova
Leggi anche: TOXIC: Documentario sull'MCS di Francesca Del Sette

venerdì 8 luglio 2011

Le candele profumate sono tossiche come le sigarette

Lo dimostra una ricerca condotta due anni fa dal Dr Amid Hamidi della South Carolina University.
Siccome vengono accese in ambienti poco arieggiati, infatti vengono usate essenzialmente di sera, quando le finestre sono chiuse ed in ambienti piccoli come i bagni, il rilascio di sostanze chimiche può causare inquinamento  interno, che aumenta notevolmente il rischio di asma ed eczemi. Le candele profumate sono spesso costituite da paraffina (un sottoprodotto dell'industria petrolifera), che rilascia una serie di composti organici volatili, i cosiddetti VOC- sostanze dannose per la salute.
Ma non è solo la cera ad essere dannosa. Spesso queste candele contengono profumi sintetici e coloranti che possono sprigionare sostanze nocive. Poi ci sono gli stoppini che, quando bruciano, rilasciano fuliggine che rimane sospesa nell'aria per diverse ore.
Una ricerca effettuata dall'EPA (Environmental Protection Agency- agenzia governativa per la protezione ambientale statunitense) ha rilevato che le candele aventi uno stoppino con anima metallica producono la fuliggine peggiore; infatti, quest'ultima è costituita da zinco, piombo, stagno e cadmio.
Allarmanti sono i risultati di uno studio effettuato da scienziati olandesi, i quali hanno monitorato la qualità dell'aria in alcune chiese in cui le candele erano rimaste accese per nove ore di seguito: è stata rilevata la presenza di radicali liberi (molecole che possono provocare il cancro) nella stessa quantità rilevata nell'aria nei pressi di un'autostrada. 
È noto che le particelle di fuliggine sono in grado di penetrare nelle parti più profonde del polmone, costituendo un aggravante delle malattie respiratorie.
Da un sondaggio online dell'Asthma UK, condotto nel dicembre scorso, è emerso che, in un quarto degli intervistati, le candele profumate hanno causato loro un aggravamento.
Senza contare che i vigili del fuoco e le compagnie assicurative sostengono che le candele sono tra le principali cause di incendi nelle case del Regno Unito.
Fonte: MailOnline

mercoledì 6 luglio 2011

Stop dell'Europa agli OGM

È positiva la decisione del Parlamento Europeo di consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) per "motivi ambientali".

La Coldiretti giudica positivamente il voto del Parlamento europeo in plenaria dove una maggioranza schiacciante si è espressa a favore del diritto degli Stati membri (e delle loro regioni) di vietare la coltivazione nel loro territorio di Organismi geneticamente modificati (Ogm), anche se sono autorizzati a livello comunitario. Secondo il testo dell'Europarlamento, che ora dovrà essere approvato a maggioranza qualificata dagli Stati membri in Consiglio Ue, i divieti nazionali di coltivazione di un Ogm autorizzato a livello europeo saranno possibili - spiega la Coldiretti - anche sulla base a motivazioni ambientali.
Un orientamento che rafforza la decisione dell'Italia di chiedere l'applicazione della clausola di salvaguardia a livello comunitario proprio per mantenere il territorio nazionale libero da Ogm, come richiesto dalla maggioranza dei cittadini. In Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientale e sarebbe violata - continua la Coldiretti - la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm. Sulla base dei risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione", il 73 per cento dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.La forte contrarietà espressa dai consumatori sui prodotti geneticamente modificati è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi quattro anni nei quali è stato condotta la tradizionale indagine della Coldiretti ed è la conferma che non si tratta di una valutazione emotiva. Gli Ogm spingono - conclude la Coldiretti - verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.

Fonte: alternativasostenibile

sabato 2 luglio 2011

Gli ambienti confinati

Occorrono interventi  mirati per garantire la salute pubblica





Da GLI OBIETTIVI DI SALUTE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE :

Gli ambienti confinati, le abitazioni in particolare, influiscono in maniera significativa sul benessere psicofisico e la qualità della vita della  popolazione. Al fine  di garantire alla popolazione di vivere in ambienti confinati salutari dal punto di vista  fisico e sociale, a casa a scuola, sul luogo di lavoro e nella comunità locale occorre sviluppare interventi mirati a: 
- ridurre l’incidenza delle malattie correlate alla qualità dell’aria degli ambienti confinati, in modo particolare le patologie allergiche, l’asma e le malattie respiratorie (BPCO) ed alcune forme di tumore, riservando una particolare attenzione ai bambini ed agli altri 
gruppi vulnerabili della popolazione;  
- promuovere il benessere e la produttività negli ambienti di lavoro indoor (es. uffici), riducendo l’incidenza di effetti sulla salute dei lavoratori compresa la sindrome 
dell’edificio malato (Sick Building Syndrome);  
- ridurre l’incidenza di lesioni o invalidità dovute ad incidenti domestici;  
- tutelare il consumatore ed incentivare alla produzione ed al consumo di materiali/prodotti sani per la salute e l’ambiente;  
- promuovere la salute, migliorando le conoscenze sui fattori di rischio indoor e sulle misure efficaci di prevenzione ed informando la popolazione sui comportamenti e stili 
di vita corretti;  
- sviluppare interventi di sostegno nei confronti delle famiglie più povere e disagiate, per garantire l’opportunità di vivere in ambienti salutari dal punto di vista fisico e sociale; 
- implementare le iniziative volte a migliorare le opportunità per le persone disabili nei riguardi della salute e delle condizioni di vita a casa, nei luoghi di lavoro ed in quelli 
pubblici, in linea con le norme in tema di pari opportunità  per le persone disabili.  
Per realizzare tale strategia si potranno prevedere raccomandazioni, linee guida o misure impositive (leggi e regolamenti). Queste ultime possono essere necessarie per gli ambienti pubblici e di lavoro, mentre per le abitazioni, almeno in prima istanza possono essere emanate delle raccomandazioni o linee guida, che possono  essere messe in atto al momento di ristrutturazioni di vecchi edifici o rese obbligatorie all’atto della costruzione di nuovi edifici. 
Per gli edifici ad uso pubblico o aperti al pubblico, i vigenti regolamenti locali di igiene possono  essere integrati con standard minimi di qualità dell’aria e livelli di azione e 
prevedere standard di ventilazione in rapporto alle diverse tipologie funzionali. Per gli ambienti di lavoro è necessario che la normativa si accordi alle disposizioni previste dal d.lgs. 626/94 e  vengano indicati standard minimi di qualità e livelli di azione. 
Occorre programmare azioni specifiche per le condizioni igieniche e strutturali delle scuole e degli ospedali e per i mezzi di trasporto sia mediante la definizione di standard minimi di qualità dell’aria interna ed i livelli di azione e standard di ventilazione. Un’altra importante misura è la definizione di procedure tecniche standard di saggio delle emissioni, classificazione dei materiali da costruzione  per le proprietà igieniche e ambientali, etichettatura e marchi di qualità dei prodotti per l’orientamento dei professionisti del settore e dei consumatori, tenendo conto anche di quanto previsto dalla Direttiva 89/106/CEE, concernente i materiali da costruzione e dalla normativa concernente la limitazione dell’immissione sul mercato e dell’uso di talune sostanze e preparati pericolosi.  
In analogia ad altri paesi europei, è necessario attuare un programma  d’interventi a scala nazionale per ridurre l’esposizione al radon negli ambienti confinati, che preveda, tra l’altro, a scopo preventivo norme costruttive specifiche anti-radon per le nuove costruzioni, più stringenti nelle zone con maggiore presenza di  radon, nonché norme per la limitazione dell’emissione di radon (e radiazione gamma) dai materiali da costruzione.  
E’ necessario promuovere azioni specifiche mirate ai soggetti atopici o ai malati di asma, allergia o BPCO, per la riduzione dell’esposizione agli allergeni ed  agli inquinanti presenti negli ambienti indoor (specialmente al fumo  passivo), con particolare attenzione alle abitazioni e alle scuole. Le azioni devono essere di ordine conoscitivo, di divulgazione, di educazione  o in alcuni casi di tipo normativo.  
Occorre incentivare le misure di sicurezza domestica strutturale ed impiantistica e dei requisiti di sicurezza dei componenti di arredo. Infine, è importante definire i criteri per una adeguata progettazione, installazione, collaudo  e manutenzione degli impianti di ventilazione/condizionamento e la definizione dei requisiti microclimatici dell’aria, 
specialmente per gli ambienti in cui soggiornano  persone vulnerabili, come gli anziani ed i malati. Occorre, infine, promuovere un programma nazionale di ricerca a medio termine su alcuni temi della qualità dell’aria indoor in particolare: valutazione dell’esposizione della popolazione, metodi di misura e di studio delle sorgenti e degli inquinanti, tecniche per il miglioramento della qualità dell’aria interna e per la conseguente riduzione del rischio per la salute. 
Le diverse iniziative devono essere modulate sulla peculiare situazione italiana e mirate a risultati nel breve, medio, lungo termine, attribuendo grande rilievo alle azioni di 
informazione e di educazione sanitaria rivolte  agli studenti, alle famiglie, al personale scolastico e sanitario, alle istituzioni, alle società scientifiche e all’opinione pubblica; un particolare impulso deve essere dato, infine, alle iniziative  volte a sensibilizzare e formare i professionisti che operano nel settore edilizio, tecnologico-impiantistico e nei servizi di prevenzione del SSN. Gli interventi volti alla tutela e alla promozione della salute negli ambienti confinati sono necessariamente a carattere intersettoriale e coinvolgono numerose istituzioni ed una pluralità di soggetti e devono fondare sul presupposto che i risultati di salute e di miglioramento delle condizioni  ambientali dipendono in gran parte dalla responsabilizzazione dei soggetti coinvolti, in particolare degli occupanti degli edifici, e dalla loro capacità di collaborare.  
Nelle mura domestiche oltre quattromilioni di “potenziali fumatori passivi” sono bambini, fra questi un milione e 552 mila ha meno di sei anni e due milioni e 405 mila hanno da 6 a 13 anni. Circa la metà dei bambini da 0 a 13 anni convive con almeno un fumatore. Questi dati evidenziano la necessità e l’urgenza di implementare tutte le iniziative (legislative e non) mirate a prevenire e ridurre l’abitudine al fumo, ed in via prioritaria, sviluppare ulteriormente le campagne di informazione, sensibilizzazione e l’educazione sanitaria rivolte alle famiglie ed ai ragazzi nelle scuole.  
Leggi anche:  L'INQUINAMENTO INDOOR

Sindromi correlate all'inquinamento indoor negli uffici


L'attuale normativa in Italia già prevede la riduzione dell'inquinamento indoor...