Piombo nel pane e arsenico nel caffè? Se non si è grandi consumatori, non c'è pericolo...
L'ANSES (agenzia francese per la sicurezza alimentare) ha pubblicato il rapporto sulle sostanze chimiche trovate negli alimenti. Se il livello di esposizione a tali sostanze è alto, l'agenzia raccomanda di moderare il consumo di alcuni alimenti.
Mangiare di tutto ma in quantità limitate: questo è il consiglio più che mai attuale.L'Anses si è dedicata per 4 anni ad un'accurata indagine per misurare il rischio a lungo termine da esposizione a sostanze chimiche contenute negli alimenti, nonchè il loro valore nutrizionale.
Sono stati analizzati ben 20.000 prodotti, preparati così come vengono consumati, ed è stato valutato il rischio tossicologico di 361 sostanze. Si tratta di "uno degli studi più ricco e completo che sia mai stato condotto a livello mondiale", ha dichiarato l'Anses.
Per l'85% delle sostanze, "il rischio per la popolazione può essere considerato eslusivamente in base al consumo" e il livello di esposizione rimane, in generale, al di sotto delle soglie tossicologiche.
Questo è il caso dei contaminanti inorganici (non necessari al funzionamento dell'organismo, a differenza dei metalli) come il bario, il cobalto, il nikel, alcuni inquinanti organici persistenti come il PFOA delle pentole antiaderenti, alcune micotossine, la maggior parte dei 254 residui di pesticidi valutati... Tuttavia, l'agenzia ritiene che bisogna "incrementare gli sforzi per ridurre il livello dei contaminanti negli alimenti",
Grandi bevitori di vino, attenti!
Per una dozzina di sostanze o gruppi di sostanze, però, il rischio di superare le soglie tossicologiche "non può essere escluso". Ci può essere un prodotto "con un livello di contaminazione non necessariamente elevato ma consumato in quantità elevate", come il pane, contenente cadmio, piombo, micotossine, la pasta (alluminio), il caffè (rame, arsenico inorganico, acrilamide), il latte dei neonati (piombo, arsenico inorganico)... L'Anses rileva un aumento del 400% del cadmio ingerito rispetto ad uno studio simile, ma su scala molto inferiore, pubblicato nel 2006. Sin troppe micotossine e acrilammide nelle patatine fritte e troppo solfito nel vino mettono a rischio i grandi consumatori." Lo studio evidenzia alcuni rischi a lungo termine per gli adolescenti, quando la loro alimentazione è basata su un consumo eccessivo di cereali (compresa la pasta) e patatine fritte", ha affermato, a questo proposito, il direttore dell'Anses, Marc Mortureux.
Tra gli inquinanti organici persistenti, le diossine ed i PCB sono nell'86% dei prodotti testati; anche se l'esposizione della popolazione è notevolmente ridotta in cinque anni, alcuni consumatori restano molto esposti. Per le diossine ed il PCB nel pesce grasso ed il mercurio organico nel tonno, dobbiamo rispettare le raccomandazioni per il consumo di pesce: due volte a settimana, variando la specie e la provenienza, e limitando il consumo di alcuni di essi. Si dovrebbero "ridurre i livelli di questi contaminanti nei prodotti alimentari principali", attraverso regolamenti e controlli del settore, ha confermato l'Anses.
Dal punto di vista nutrizionale, c'è il rischio di un'eccessiva assunzione di sodio per gli amanti di pane ed insaccati, e l'inadeguata assunzione di calcio, magnesio, ferro e selenio per una parte della popolazione. L'apporto di ferro è inferiore al 74% del fabbisogno in alcuni bambini.
I limiti dello studio, secondo l'Anses, sono che non vengono considerate le concomitanti esposizioni a diversi inquinanti anche di natura non alimentare.
"Non è importante distinguere alimenti buoni o cattivi", ha detto Marc Mortureux.
Dominique Gombert, direttore della valutazione dei rischi, sostiene che "una dieta equilibrata e diversificata" mette al riparo dalle esposizioni.
Un consiglio facile da seguire, dunque, per limitare i rischi.
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