Sono allarmanti i risultati del più vasto studio condotto sugli effetti dell'inquinamento nello sviluppo cerebrale dei minori.
La ricerca, effettuata da un gruppo di ricercatori americani della Harvard School of Public Health di Boston e pubblicata sulla rivista medica britannica The Lancet, giunge a conclusioni drammatiche.
Si stima, ad esempio, che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra il 1960 e il 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che questa esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di una intelligenza notevole) e aumentato il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento.
I composti chimici inquinanti, sottolinea ancora lo studio, causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini portando a disturbi comportamentali quali l'autismo o l'iperattività, sino anche al ritardo mentale.
I medici della Harvard School hanno individuato ben 202 voci, ma purtroppo non si tratta di una lista definitiva.
I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi, ma finora solo per pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi sulla salute, e, comunque è sempre stata trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute, soprattutto per i più piccoli.
Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi sempre riguardante il sistema nervoso.
La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, ma si deve al fatto che dallo sviluppo sociale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo.
Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, o malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino.
Milioni di bambini nel mondo, avvertono gli studiosi nella loro ricerca, sono oggi vittime ignare di una "epidemia silenziosa". Silenziosa perché si tratta di problemi subclinici, ma il cui impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità per gli adulti di domani.
Un flagello che potrebbe essere combattuto, suggeriscono ancora gli studiosi dello studio, innanzitutto adottando il principio di precauzione, per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se si dimostra che è innocua, la regolamentazione può farsi meno stringente. Questo approccio si comincia ad usare in Europa, che ha approvato la normativa REACH.
A rendere la situazione più grave c'è ancora il fatto che si fa troppo poco per limitare la diffusione di quelle sostanze unanimemente riconosciute come nocive, a cominciare da metil-mercurio, PBC, piombo e arsenico. Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per le altre 200 della lista, pur essendo conosciuti come agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino.
I contaminanti industriali sono quindi la causa di un'epidemia silenziosa, responsabile dei problemi di sviluppo del cervello di milioni di bambini nel mondo - concludono gli esperti, "Il cervello dei nostri bimbi è
la risorsa economica più preziosa che abbiamo
- afferma Grandjean, - dobbiamo adottare
iniziative di salute pubblica che lo proteggano".
Fonti: Il Prisma
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