Le acque minerali fuori dall'Università. Questa è la decisione che è stata presa nell'Ateneo di Canberra, la capitale federale australiana. Nei caffè e nei negozi del campus l'acqua in bottiglia sarà sostituita da distributori automatici che riempiono contenitori, acquistabili separatamente, di acqua refrigerata liscia o gassata, a prezzi inferiori di quella in bottiglia. L'idea progettuale e l'organizzazione è del gruppo ambientalista Do Something! su input degli studenti.
«La messa al bando delle acque minerali servirà ad aiutare l'ambiente e a far risparmiare soldi agli studenti- ha dichiarato Jon Dee portavoce degli organizzatori- Secondo statistiche governative per produrre le bottiglie d'acqua vendute in Australia vengono usati ogni anno più di 105 milioni di litri di petrolio, che si traducono in 126 mila tonnellate di gas serra. E più di metà delle bottiglie finisce nelle discariche».
Ora gli ambientalisti sperano che l'iniziativa si possa diffondere anche ad altri atenei. Del resto il substrato culturale del continente è idoneo per ospitare queste buone pratiche: infatti nel 2009 la piccola cittadina di Bundanoon (2500 abitanti), in Nuovo Galles del sud, è diventata la prima al mondo a proibire la vendita di acqua minerale in bottiglia di plastica e bere solo acqua del rubinetto. La decisione è stata presa all'unanimità in consiglio comunale ed ha comportato anche modifiche al sistema di distribuzione cittadino e rinunce a qualche guadagno da parte dei commercianti che hanno comunque accettato di aderire all'iniziativa per i positivi risvolti di carattere ambientale ed etico.
Fonte: greenreport
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