Incontro sul tema "UN SERIAL KILLER SILENZIOSO ED INVISIBILE: L’AMIANTO"
Sabato 30 gennaio 2010
Dall'intervento del Prof. Ugazio:
"...Anche per un’altra malattia causata dall’esposizione ad agenti nocivi ambientali, proporzionale al progresso dissennato dei tempi moderni, altrettanto devastante e con un esordio di tipo "terminale", cioè irreversibile – la Sensibilità Chimica Multipla, MCS o TILT– è necessario attuare la prevenzione primaria, rendendo salubri gli ambienti abitativi e quelli lavorativi, anche se la prevenzione secondaria, suggerita dall’insorgenza dei primi sintomi, permette per lo meno di evitare le esposizioni dannose, rallentando od arrestando la perdita della tolleranza nel 10% dei soggetti predisposti nella popolazione generale.
Coerentemente con le motivazioni suddette, dopo aver raggiunto una soglia apprezzabile di conoscenze dei rischi ambientali e delle relative conseguenze morbose, mi sono dedicato toto corde alla Patologia Ambientale, una materia di per se stessa “antipatica” ma preziosa per garantire all’essere umano quel bene insostituibile, privo di succedanei, che è la salute, di altrettanto valore quanto la libertà. Con questa scelta mi sono procurato molti ostacoli, e nemici, nella società generale, ma soprattutto nella corporazione accademica, ed ho dovuto affrontare molte ostilità. Tuttavia ritengo di aver saputo superarle, perché sono ancor qui oggi, motivato come nel passato, più smaliziato, e forse ancora utile alla salute pubblica. Sono certo che lo strumento più importante delle ricadute della mia attività a favore della collettività discenda dalla scelta che misi in atto negli anni settanta, subito dopo il conseguimento della cattedra in Patologia Generale, descritta nella prefazione del Compendio di Patologia Ambientale (Minerva Medica, Torino, 2007). Vi ricordo che allora potevo scegliere tra 1) smettere di lavorare, oppure 2) iniziare a fare il trombone accademico, collezionando finanziamenti per fare ricerca biomedica che garantisse fama ed onori per me, indipendentemente dall’utilità per la salute pubblica. Invece mi domandai come avrei potuto ripagare chi mi dava possibilità di lavorare, stipendio, strutture, materiali di consumo, pubblicazioni scientifiche e cosi’ via: il contribuente – per il tramite dell’erario. Da quel momento abbracciai l’ipotesi di “divulgare”, senza sosta ed al più ampio target possibile, tutto quello che sapevo allora e che ho imparato successivamente, anche studiando per insegnare e per far ricerca."
tratto da: http://it.groups.yahoo.com/group/noinc/message/12763
Coerentemente con le motivazioni suddette, dopo aver raggiunto una soglia apprezzabile di conoscenze dei rischi ambientali e delle relative conseguenze morbose, mi sono dedicato toto corde alla Patologia Ambientale, una materia di per se stessa “antipatica” ma preziosa per garantire all’essere umano quel bene insostituibile, privo di succedanei, che è la salute, di altrettanto valore quanto la libertà. Con questa scelta mi sono procurato molti ostacoli, e nemici, nella società generale, ma soprattutto nella corporazione accademica, ed ho dovuto affrontare molte ostilità. Tuttavia ritengo di aver saputo superarle, perché sono ancor qui oggi, motivato come nel passato, più smaliziato, e forse ancora utile alla salute pubblica. Sono certo che lo strumento più importante delle ricadute della mia attività a favore della collettività discenda dalla scelta che misi in atto negli anni settanta, subito dopo il conseguimento della cattedra in Patologia Generale, descritta nella prefazione del Compendio di Patologia Ambientale (Minerva Medica, Torino, 2007). Vi ricordo che allora potevo scegliere tra 1) smettere di lavorare, oppure 2) iniziare a fare il trombone accademico, collezionando finanziamenti per fare ricerca biomedica che garantisse fama ed onori per me, indipendentemente dall’utilità per la salute pubblica. Invece mi domandai come avrei potuto ripagare chi mi dava possibilità di lavorare, stipendio, strutture, materiali di consumo, pubblicazioni scientifiche e cosi’ via: il contribuente – per il tramite dell’erario. Da quel momento abbracciai l’ipotesi di “divulgare”, senza sosta ed al più ampio target possibile, tutto quello che sapevo allora e che ho imparato successivamente, anche studiando per insegnare e per far ricerca."
tratto da: http://it.groups.yahoo.com/group/noinc/message/12763
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