... pochi sanno che, tra tutti i colori, quelli scuri (nero in testa) sono i più problematici per la pelle o che le stampe delle t-shirt possono essere perfino cancerogene. A parlarne è Rita Dalla Rosa, esperta di consumi, autrice di un libro-inchiesta che ci mette in guardia dai pericoli nascosti nel guardaroba, invitandoci a scegliere con maggior criterio cosa mettere indosso. "È una guida pratica -precisa la giornalista- per muoversi senza brutte sorprese tra coloranti, candeggianti, ammorbidenti e antimuffa, che sono spesso responsabili di irritazioni e allergie". Il volume, "Vestiti che fanno male. A chi li indossa, a chi li produce", pubblicato da Terre di Mezzo Editore, sarà in libreria dal 31 marzo (pp. 144, 13 euro). Abiti e tessuti, inoltre, possono far male non solo a chi li indossa, ma anche a chi li produce e all'ambiente. Basti pensare che per 'lavare' per un paio di jeans "stone washed" servono oltre 13mila litri d'acqua. Per accelerare l'effetto di lavaggio e dare ai capi un effetto 'già usato', si introducono nel bagno delle pietre abrasive. Tra le più comuni, le pomici che stropicciano il tessuto, riducendo anche la tonalità del colore. A rischio silicosi, invece, è chi lavora nel processo di sabbiatura (sandblasting) per 'invecchiare' il denim.
Fonti: adnKronos
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