Se la vita ci è resa difficile da questa assurda malattia, noi non ci arrendiamo!
"Short-term profits can short-change our future...The cost of ignoring the chemical effects on human health is quietly but steadily growing ever higher, creating a dangerous risk to the very underpinnings of society" Cindy Duering
"Scopo e compito della scienza (episthmh) è lo scoprire qualcosa che non è stato ancora scoperto e il cui esser scoperto sia preferibile al restare ignoto". Ippocrate

giovedì 25 agosto 2011

I prodotti profumati per il bucato inquinano e sono cancerogeni: lo dimostra uno studio scientifico


I comuni prodotti per il bucato, usati nelle lavatrici e asciugatrici, possono contribuire ad aumentare l'inquinamento atmosferico attraverso le emissioni  delle bocchette delle asciugatrici. 
"Per studiare queste emissioni, abbiamo analizzato i composti organici volatili (VOC), sia nello spazio circoscritto ai  prodotti profumati per il bucato che nelle emissioni d'aria delle bocchette dell'asciugatrice durante l'uso di questi prodotti. In uno studio controllato sul lavaggio e asciugatura del bucato, abbiamo monitorato le  emissioni di una comune lavasciugatrice, durante l'uso, sia senza nessun prodotto che col detersivo profumato ed i fogli profumati per asciugatrice. 

La nostra analisi sulle emissioni delle bocchette asciugatrici ha individuato più di 25 VOC, di cui l'acetaldeide e l'etanolo sono risultati quelli a concentrazione più elevata . Sette di questi composti organici volatili sono classificati come hazardous air pollutants (HAP) "pericolosi inquinanti atmosferici" e due come "pericolosi inquinanti atmosferici cancerogeni" (acetaldeide e benzene), di cui non esiste il livello minimo di esposizione sicura, secondo l'EPA (Environmental Protection Agency). 

Nel contesto dello studio, le emissioni di acetaldeide, durante l'uso di un detersivo di marca, rappresentano il 3% delle emissioni totali di acetaldeide delle automobili nell'area monitorata.
(Con i detersivi di altre marche le emissioni aumentano sino al 6%). Il nostro studio indica la necessità di ulteriori ricerche su questa fonte di emissioni e sul potenziale impatto sulla salute e sull'ambiente."


"Concentriamo la nostra attenzione su come ridurre le emissioni inquinanti dalle automobili...", ha detto l'autrice della ricerca, la dott.ssa Steinemann,  professoressa di Ingegneria Civile e Ambientale e degli Interessi Pubblici dell'Università di Washington. "... questa è una fonte di inquinamento che potrebbe essere ridotta".
La dott.ssa Steinemann consiglia di utilizzare prodotti per il bucato senza profumo. I co-autori della ricerca sono Lisa Gallagher e Amy Davis della UW, e Ian MacGregor del Battelle Memorial Institute.
Fonte: springerlink
sciencedaily
Leggi anche: Il fresco profumo di bucato può nascondere una nota stonata
I Prodotti Chimici e la Casa

Scarica qui il pdf dell'articolo di Steinemann AC, et al., Fragranced consumer products: Chemicals emitted, ingredients unlisted, Environ Impact Asses Rev (2010)

martedì 23 agosto 2011

Individuato il meccanismo con cui lo stress danneggia il DNA

Per anni i ricercatori hanno pubblicato studi che associano lo stress al danno del DNA. Ora i ricercatori del "Duke University Medical Center" hanno individuato il meccanismo con cui lo stress danneggia il DNA.
Lo studio è stato pubblicato su Nature il 21 agosto.
I ricercatori hanno somministrato alle cavie un composto adrenalina-simile che ha innescato uno stress cronico, causando al DNA un danno da accumulo.
Lefkowitz, uno degli autori della ricerca, ha dichiarato: "Questo potrebbe dare una spiegazione plausibile alla grande quantità di condizioni umane e disordini che vanno dalla canizie precoce a patologie mortali come i tumori maligni."
Un altro ricercatore, Makoto Hara, afferma: "Lo studio ha dimostrato che lo stress cronico induce la riduzione del livello della p53", una proteina che funge da oncosoppressore e che è considerata la "guardiana del genoma" in quanto previene le alterazioni di geni.
Lefkowitz, precedentemente, aveva individuato i GPRC, recettori accoppiati alle proteine G, come i recettori adrenergici beta. Questi recettori si trovano sulla membrana cellulare e sono il bersaglio di quasi la metà dei farmaci, tra cui i betabloccanti per le malattie cardiache, gli antistaminici ed i farmaci per l'ulcera.
Ora sta continuando gli studi sulla proteina beta-arrestina, individuata nel suo laboratorio. In un primo momento, la teoria era che le proteine beta-arrestina bloccavano o desensitizzavano i canali della proteina G, ma l'esperienza sta dimostrando che queste proteine sono responsabili anche di attività biochimiche autonome.
In questo studio gli scienziati hanno scoperto il meccanismo molecolare attraverso il quale i composti adrenalino-simili hanno agito attraverso entrambi i canali della proteina G e della beta-arrestina per danneggiare il DNA.
La pubblicazione su Nature  riporta che la somministarzione per 4 settimane di composti adrenalina-simili alle cavie ha causato la riduzione della p53. Lo studio ha dimostrato anche che il DNA non è stato danneggiato nelle cavie prive di beta arrestina 1, il cui distacco ha stabilizzato la p53 sia nel timo, ghiandola molto reattiva allo stress, che nei testicoli, dove lo stress paterno potrebbe influenzare il genoma della prole.
Nei prossimi studi le cavie verranno sottoposte a stress contenuti, provocando il rilascio  di adrenalina propria, per verificare che anche lo stress fisico, come quello indotto, provoca al DNA lo stesso danno da accumulo.
Immagine: 1.bp.blogspot

L'aspartame è una neurotossina


L'aspartame, il dolcificante artificiale per antonomasia, introdotto nel mercato nel 1981 dal Commissario dell'FDA Arthur Hulla Hayes, ignorando i suggerimenti del comitato scientifico e le preoccupazioni dei consumatori. L'aspartame è una neurotossina che interagisce con gli organismi viventi nella stessa maniera dei farmaci, producendo una larga fascia di problematiche salutistiche, disordini e sindromi. Ma chi ha eletto questo commissario che legiferò andando contro la commissione e i consumatori? Donald Rumsfeld, CEO della GD Searle, produttore dell'Aspartame. Rumsfeld faceva parte della squadra di transizione di Reagan e il giorno successivo al suo insediamento, elesse il nuovo Commissario dell'FDA per poter difendere i suoi affari con uno dei più eclatanti casi di "profitto contro sicurezza" mai registrato nella storia. L'aspartame è oggi quasi onnipresente, nascondendosi dietro i prodotti “light” e “senza zucchero” e più in generale negli alimenti, bevande, farmaci e prodotti per i bambini. Recentemente è stato rinominato nel più gentile e suadente “AminoSweet”.
Fonte: informarmy

domenica 21 agosto 2011

Attenzione all'oliera al piombo


"Riconoscere le oliere pericolose non è impossibile. Anche per le persone meno esperte. "Al di là del prezzo basso, anomalo per un oggetto in vero inox, la presenza di saldature macroscopiche all'interno dell'oggetto, ci danno più di un sospetto sulla conformità di quell’oliera".
A parlare è Luca Amendola, responsabile dell’Unità alimenti dell'Arpa Lazio di Roma, il laboratorio di analisi che, per conto dell'Usmaf di Fiumicino - l'Ufficio di sanità preposto ai controlli sanitari nello scalo romano - a seguito di controlli analitici ha scoperto le "oliere al piombo".

Dottor Amendola, il piombo in un manufatto in acciaio inox non dovrebbe esserci. Eppure voi lo avete rintracciato in quantità elevatissime. Come ci siete arrivati?
Di prassi svolgiamo controlli analitici su richiesta delle autorità sanitarie. Sottoponiamo gli oggetti in acciaio inossidabile alle prove di cessione di nichel e cromo che sono componenti dell’acciaio. Come laboratorio però ci orientiamo su un controllo più esteso per i metalli pericolosi rispettando un principio di legge: "È vietato produrre, porre in commercio o usare materiali e oggetti che rendono nocive le sostanze alimentari o pericolose per la salute pubblica".

Quindi di routine su un manufatto dichiarato inox non si va a cercare il piombo. E invece?
Il nostro laboratorio utilizza tecniche e strumenti molto efficaci capaci di estendere la ricerca a tutti i metalli pesanti. Inoltre conosciamo la problematica delle leghe spacciate per acciaio inox e quindi preferiamo approfondire i controlli su tutti i metalli nocivi per la salute umana. Nel caso delle oliere abbiamo riscontrato una concentrazione di piombo assolutamente anomala ed elevata per un manufatto realizzato con gli acciai previsti dalla legge.

A quel punto avete avuto la prova che quelle ampolle sono illegali. Ma la pericolosità per la salute come viene accertata?
Sottoponiamo il campione a una prova di migrazione con metodi standardizzati a livello nazionale: introducendo un liquido simulante alimentare, l'acido acetico diluito, riscontriamo una cessione di piombo sospetta, di alcuni milligrammi per chilo di simulante.

E nell'olio?
In presenza di quei risultati, avvertiamo le autorità e, sentito il parere dell'Istituto superiore di sanità, ripetiamo la prova di cessione del piombo con un extravergine che ha un'acidità bassa, quindi di ottima qualità: nelle tre tipologie di oliere il piombo ceduto arriva a un massimo di 0,93 milligrammi per chilo di olio.

Se in quell'oliera inseriamo un olio più acido o addirittura aceto, la migrazione del piombo aumenta?
Sì, cresce in modo conseguente. Teniamo presente che il limite di piombo negli oli in commercio è di 0,1 milligrammi per chilo.

Cosa ci deve far mettere in allarme?
Consideriamo innanzitutto la fattura dell'oggetto: se presenta saldature che possono entrare in contatto con gli alimenti, anche in presenza di una dicitura "acciaio inox", dobbiamo insospettirci. Passiamo poi alla "qualità" stessa delle saldature: se sono "brunite" allora i sospetti aumentano ancora di più.

Esistono altri oggetti sui quali occorre mantenere alta la guardia?
Dalla nostra attività di controllo ogni anno produciamo un 10% di non conformità rispetto agli oggetti analizzati. Una percentuale non trascurabile. La non conformità spesso riguarda oggetti spacciati come inox oppure manufatti in leghe di alluminio molto scadenti. Inoltre su oggetti plastici di colore nero, come le palette o i cucchiai da cucina, rinveniamo le ammine aromatiche più cancerogene.

Sono tossici i giocattoli di tuo figlio?

I bambini mettono in bocca tutto ciò che capita loro sotto mano. Ma di cosa sono fatti questi oggetti? In particolare, cosa contengono gli oggetti prodotti proprio per l'infanzia?
Prima del 1998 contenevano ftalati, sostanze chimiche pericolose che da allora sono stati banditi o limitati in USA, Canada, Australia. Venivano usati per la produzione di tettarelle e giocattoli morbidi.  Attualmente esiste un controllo sulla produzione e la vendita dei prodotti contenenti ftalati?
I pericoli degli ftalati:
  • impatto sulla fertilità maschile (volume dello sperma e numero degli spermatozoi),
  • pubertà precoce o ritardata.
I fenoli, gli ftalati e i fitoestrogeni sono distruttori endocrini in quanto interferiscono col sistema ormonale. Sono contenuti in molti prodotti di consumo: smalti, profumi, lozioni e shampoo; vengono usati nella produzione di plastiche e come rivestimento di farmaci e integratori a rilascio ritardato.

sabato 20 agosto 2011

La verità sulle creme solari

Ben poco si sa sulla sicurezza dei filtri solari. La FDA (Fud and Drug Administration) ha negato che, da soli, i filtri solari, aiutino a prevenire i tumori della pelle. Anche l'Agenzia Internazione per la Ricerca sul Cancro (AIRC) è d'accordo. Infatti, per prevenire i tumori della pelle, raccomanda di proteggersi dai raggi solari con l'abbigliamento appropriato e l'ombra, confermando che le creme solari non vanno usate come unica protezione dal sole.
Ad aggiungere confusione, nella valutazione delle creme solari, c'è il fatto che inibirebbero la produzione della vitamina D, la cui fonte principale è proprio il sole. La vit. D è di fondamentale importanza per la salute in quanto rafforza le ossa e il sistenma immunitario, riduce il rischio di molti tumori (seno, colon, retto, rene, ovaio) e regola almeno un migliaio di geni coinvolti nella riparazione e rigenerazione dei tessuti.
Un componente di molte creme solari è pericoloso
Uno studio recente della FDA ha dimostrato che la vit A, se applicata sulla pelle in presenza della luce solare, può accelerare l'insorgenza di tumori e lesioni cutanee. Questo è tanto più preoccupante perchè la vit A è presente nel 30% dlle creme solari.
Nell'attesa che ulteriori studi confermino questa tesi, l'EWG raccomanda di non usare creme solari contenenti vit A, indicata tra i componenti come "retinolo palmitato" o "retinolo". 
Costi e benefici
Sia i raggi UV che gli ingredienti comuni a molte creme solari generano radicali liberi che danneggiano il DNA e le cellule della pelle, accelerano l'invecchiamento della pelle e causano il cancro della pelle. Tuttavia, una protezione solare particolarmente studiata previene più danni di quelli che provoca.
Come scegliere una crema solare?
La protezione solare ideale dovrebbe:
  • bloccare completamente 1) i raggi UV che provocano scottature, 2) la soppressione del sistema immunitario, 3) la produzione di radicali liberi;
  • restare efficace per molte ore;
  • non diventare nociva alla luce del sole.
La scelta è tra le creme solari "chimiche" che hanno una minore stabilità e penetrano la pelle interferendo col sistema endocrino, e quelle "minerali" che contengono particelle micronizzate di zinco e titanio.

L'EWG ha constatato che queste ultime sono più sicure: sono stabili alla luce del sole, sembra che non penetrino la cute, offrono protezione UVA.
Tra i componenti consigliati: Mexoryl SX, Tinosorb S e M, Avobenzone.
Assolutamente sconsigliati: Oxybenzone e 4-MBC perchè sono interferenti endocrini.
Fonte: breakingnews
Immagine: orbetello
N.B. Per i malati di MCS l'uso delle creme solari è off limits a causa delle loro profumazioni. Per questo motivo siamo costretti, nel periodo estivo, a tenerci alla larga dai luoghi di mare.

venerdì 19 agosto 2011

Attenzione ai prodotti liscianti per capelli


Nel dicembre 2010 l'Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio (BfR), l'istituzione scientifica dipendente dal Ministero Federale dell'alimentazione, dell'agricoltura e della tutela dei consumatori (BMELV), ha emanato un comunicato stampa in cui ha sconsigliato l'uso di alcuni prodotti liscianti per capelli contenenti formaldeide in concentrazioni elevate. 
I prodotti contenendo una percentuale di formaldeide libera di circa l'1,7-1,8 %, hanno attirato l’attenzione dalle autorità di sorveglianza del Baden-Württemberg in quanto la formaldeide è considerata un forte irritante degli occhi, della pelle e delle mucose e può causare anche gravi allergie a livello dell'apparato respiratorio e della cute che possono addirittura portare allo shock anafilattico. La formaldeide è stata anche classificata dal BfR come sostanza cancerogena per l'uomo. Infatti, recentemente, studi scientifici non hanno escluso un possibile legame tra la formaldeide e l'insorgenza della leucemia mieloide o il tumore nasofaringeo. Nell'Unione Europea l'uso della formaldeide è consentito come ingrediente attivo in indurenti per unghie in concentrazioni fino al 5%, come conservante nei cosmetici solo fino ad una concentrazione dello 0,2% ed è inoltre obbligatorio riportare in etichetta la sua presenza e a partire dalla concentrazione dello 0,05%.Il BfR ha raccomandato alle autorità competenti dei Laender federali di adottare misure adeguate e controllare, ad esempio, nei saloni di parrucchieri soprattutto i prodotti liscianti per capelli. Tali prodotti, infatti, sono facilmente reperibili via Internet e quindi accessibili anche ai privati. Il prodotto è applicato sui capelli e dopo circa 30 minuti il capello è lisciato usando una piastra calda (230°C). Se il prodotto contiene formaldeide, questa viene inalata, con i vapori che si sviluppano, sia dal parrucchiere che dal cliente o dall'utilizzatore privato. Il rilascio di formaldeide dai prodotti esaminati è così elevato da provocare gravi conseguenze, come quelle sopra descritte.

Fonte: parrucchierando
Leggi anche: Ritirate dozzine di prodotti liscianti per capelli

giovedì 4 agosto 2011

L'incenso è tossico

L'incenso si usa per esaltare la spiritualità, ma può comportare seri rischi per la salute. 

In alcuni distretti statunitensi esistono forti restrizioni per il fumo (anche all'aperto), norme per scoraggiare la combustione dei rifiuti e l'uso di camini e barbecue, ma, per l'incenso, non c'è ancora una regolamentazione, anche se stanno aumentando gli studi che dimostrano la sua pericolosità per la salute. 
Generalmente non c'è la consapevolezza di ciò che viene rilasciato nell'aria quando si brucia l'incenso. La maggiore produzione avviene in Cina e in India dove vengono aggiunti agli incensi: polveri di legno, resine vegetali, profumi e oli ,con colle contenenti formaldeide e ftalati.
Quando brucia, questa "mistura" libera nell'aria idrocarburi policiclici aromatici - composti altamente cancerogeni -, insieme a vari gas come il monossido di carbonio, biossido di zolfo e biossido di azoto. La combustione dell'incenso produce anche composti organici volatili, quali benzene, toluene e xilene, che sono da tempo noti perchè provocano irritazione delle vie respiratorie e possono anche causare mutazioni del DNA. I gas ed il particolato impregnano rapidamente gli spazi interni, lasciando residui tossici per molto tempo, anche dopo che la fiamma si è spenta. Questo non è certamente il processo di purificazione sostenuto dai mistici religiosi.

Laura Camp, insegnante di yoga al "Flying Yoga" ad Oakland, ammette che in passato usava l'incenso, "ma le persone manifestavano allergie ed asma, inoltre ho avuto studenti che hanno dovuto abbandonare i corsi, così, con l'andar del tempo, ho smesso di usarlo. Sarah Jenness, istruttrice in diversi corsi di yoga, afferma che l'incenso è una scelta molto personale, e che non è appropriato usarlo in uno spazio pubblico. Inoltre ha detto: "Molti dei miei studenti sono affetti da sensibilità chimica, quindi hanno il mio pieno sostegno affinchè l'ambiente di studio sia privo di fragranze".

In uno studio pubblicato sulla rivista medica Cancer, nel 2007, il  Dr. Jeppe Friborg del Statens Serum Institute a Copenaghen ha seguito 61.320 uomini e donne cinesi che avevano un'esposizione quasi quotidiana al fumo di incenso. Le sue scoperte hanno rivelato che essi avevano un elevato rischio di sviluppare un carcinoma a cellule squamose e tumori del tratto respiratorio superiore, cavità boccale, gola e laringe.  Altri numerosi studi, nell'ultimo decennio, hanno rilevato le componenti tossiche del fumo d'incenso; l'American Cancer Society ha paragonato l'impatto dell'esposizione all'incenso a quello del fumo passivo di sigaretta. Uno studio ha trovato inquietante che le donne incinte, che sono esposte al fumo d'incenso almeno una volta a settimana, hanno il doppio delle probabilità che il nascituro avrà la leucemia.
I produttori d'incenso non sono obbligati, per legge, a stampare la lista degli ingredienti sulla confezione dei prodotti, quindi, è impossibile capire ciò che si potrebbe sprigionare nella combustione. Inoltre, siccome i bastoncini d'incenso vengono venduti nei negozi di alimenti naturali, si perpetua il mito che l'incenso purifichi l'aria e promuova le pratiche salutari. Tuttavia, non tutti gli incensi hanno la stessa tossicità. Se sono fatti di sostanze completamente organiche  possono anche non contenere agenti cancerogeni. Ma poiché ancora non sono senza fumo, sono  pericolosi per la salute come un qualsiasi legna da ardere.

Interrogazione parlamentare per un insegnante malato di MCS

Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dell'economia e delle finanze e della salute. -
Premesso che:
sabato 23 luglio 2011, il quotidiano "Il Messaggero" ha pubblicato un articolo da cui si evince che un docente del liceo scientifico "G.B. Grassi" di Latina risulta essere affetto da una malattia rara denominata sensibilità chimica multipla;
tale malattia, stando alla definizione che ne dà il National institute of environmental health sciences degli Stati Uniti, consiste in una patologia cronica e ricorrente causata dall'impossibilità di chi ne è affetto a tollerare un dato ambiente chimico o una classe di sostanze chimiche;
nonostante la malattia sia stata accertata dai medici di parte del docente nonché da una commissione medica del Ministero dell'economia e delle finanze sollecitata dal dirigente scolastico del Grassi, dottor Gaspare Cecconi, questi a tutt'oggi si rifiuta di procedere ad una idonea collocazione lavorativa dell'insegnante nel plesso scolastico tramite il medico competente;
a seguito di tale condotta del dirigente scolastico, il docente si è visto costretto a ricorrere al giudice del lavoro, allo scopo di ricevere una collocazione all'interno dell'edificio scolastico a lui più idonea;
dall'inizio dell'anno scolastico, il docente si è visto assegnare dal dirigente scolastico aule in diversi piani e corridoi della scuola, così obbligandolo a spostarsi in diversi momenti della giornata lavorativa da un locale all'altro dell'edificio;
in particolare, il dirigente scolastico gli ha assegnato due aule poste sopra il parcheggio dei motorini, con conseguente aggravio delle sue condizioni di salute e così esponendolo ad oggettive condizioni recidivanti;
nonostante il docente abbia inoltrato formale richiesta affinché i motorini siano condotti in ingresso ed in uscita dal parcheggio a motore spento e nonostante le rassicurazioni in tal senso dell'ingegner Benito Pericoli, nominato dal dirigente scolastico, il docente è in grado di provare tramite documentazione fotografica che i motorini continuano ad entrare ed uscire dal parcheggio a motore acceso;
fino ad oggi, il dirigente scolastico si rifiuta di comunicare la posizione ufficiale del medico competente sulla questione,
si chiede di sapere quali provvedimenti di competenza i Ministri in indirizzo intendano prendere affinché il docente affetto da sensibilità chimica multipla possa lavorare all'interno del liceo scientifico "G.B. Grassi" di Latina, in ambienti a lui più idonei, rimuovendo così gli ostacoli finora posti dal dirigente scolastico del liceo medesimo e dando così seguito alla valutazione della commissione medica del Ministero dell'economia e finanze che ufficialmente ha accertato la sussistenza della patologia.

Fonte: 
senato
Foto: radioluna

mercoledì 3 agosto 2011

Il Ministero della Salute, contravvenendo alla normativa UE, concede una deroga per l'utilizzo del trifluralin, un pericoloso pesticida!!!

Molti agricoltori italiani stanno utilizzando in questo periodo un pesticida a base di ‘1,3-dicloropropene’ che l'Istituto Superiore della Sanità ha stabilito poter essere molto pericoloso per la salute umana, in particolare per quella dei bambini, oltre che per gli animali e l’ecosistema, e che la Commissione europea ha ripetutamente rifiutato di autorizzare. È gravissimo pertanto che l’utilizzo di questa sostanza sia stato autorizzato con un Decreto del Ministero della Salute del 13 Luglio 2011.

“In base al decreto – aggiunge Ferrante - tra il 13 luglio 2011 e il 9 novembre 2011, è autorizzata la disinfestazione dei terreni agricoli destinati alla produzione di carote, pomodoro in serra, melanzana in serra, peperone in serra, zucchino e fragola.
Per quattro mesi dunque il Ministero della Salute concede una deroga agli agricoltori, e contestualmente deroga al proprio dovere di salvaguardare la salute dei cittadini.
Qui non si mette in discussione l’esigenza degli agricoltori di preservare le colture, ma l’uso improprio e pericoloso dei pesticidi ha effetti gravissimi e immediati sull’ecosistema, ed è dannoso nel medio e lungo periodo per la salute umana".
“Occorre un uso sostenibile dei pesticidi in agricoltura, in base al principio di precauzione per preservare la salute umana, in particolare quella dei bambini, perché i rapporti sulla qualità dei prodotti agricoli certificano sempre un maggior ‘inquinamento’ sulle nostre tavole.
Fazio – conclude Ferrante - ritiri immediatamente il decreto, perché è inconcepibile che il ministero della Salute autorizzi l’uso di una sostanza così potenzialmente pericolosa".


Foto: slowfood

lunedì 1 agosto 2011

Lo troviamo un po' dovunque, dagli alimenti alle monete: è allarme BPA

L'Environmental Protection Agency ha sollevato l'interesse generale quando, il 26 luglio scorso, sulla base delle ricerche scientifiche effettuate, ha richiesto nuove prove di tossicità e il campionamento ambientale del bisfenolo A, un ingrediente di molte materie plastiche e resine a contatto con gli alimenti.
Infatti, studi recenti hanno appurato l'influenza del BPA sui comportamenti degli adolescenti: le ragazze diventano aggressive ed i ragazzi riservati (inversione delle tendenze comportamentali).
In uno studio su topi da laboratorio, sottoposti a bassi livelli di esposizione, è emersa l'influenza del BPA sull'insorgenza del diabete.
Altri studi hanno messo in evidenza il fatto che il BPA potrebbe compromettere la riproduzione.
Fonte: sciencenews
Per che cosa si usa il BPA?
Il BPA viene usato nella produzione del policarbonato, una plastica rigida impiegata nella produzione di biberon per neonati, piatti, tazze, brocche, caraffe, stoviglie per forni a microonde e recipienti per la conservazione degli alimenti. Se ne fa uso comune anche nella produzione di resine epossifenoliche, impiegate per il rivestimento protettivo interno di lattine e coperchi metallici e per lo strato interno di serbatoi per l’acqua e tini per il vino. Il BPA può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono. 
Ricavato dal sito dell’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA):
“Il gruppo AFC (AFC - gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari, gli aromatizzanti, i coadiuvanti tecnologici e i materiali a contatto con gli alimenti) ha esaminato la solidità delle prove scientifiche attualmente disponibili e le incertezze rimanenti ed ha incluso un fattore di incertezza di 100 nel suo calcolo del TDI*, come è comune prassi scientifica. Su questa base il Gruppo ha stabilito una TDI definitiva di 0,05 milligrammi/Kg di peso corporeo. La precedente TDI provvisoria, fissata nel 2002, includeva un fattore di incertezza di 500, che è stato ridotto alla luce delle corpose prove scientifiche ora disponibili.”
*TDI sta per "Assunzione giornaliera tollerabile" 
La TDI è una stima della quantità di una sostanza, espressa in base al peso corporeo, che può essere ingerita ogni giorno per tutta la vita senza rischi apprezzabili.
Fonte: federconsveneto